Il pensiero critico in salute mentale
Due contributi utili sul cammino difficile del pensiero critico in salute mentale a cura di Barbara D’Avanzo.
Due contributi utili sul cammino difficile del pensiero critico in salute mentale a cura di Barbara D’Avanzo.
Una riflessione di Giulio Castelpietra sul Global Burden of Disease (GBD) project, che ha creato la più ampia ed esaustiva base dati epidemiologica al mondo, e sul ruolo della Italian GBD Initiative.
Quali i vantaggi, e le barriere, all’adozione di modelli di effettiva condivisione delle scelte con i diretti interessati, in salute mentale? Una riflessione di Giuseppe Tibaldi
Esiti a lungo termine di interventi intensivi nel primo episodio dei Disturbi dello Spettro Schizofrenico.
Conflitti di interesse, criteri di accreditamento, determinanti sociali: sono alcuni dei temi discussi dal Presidente SIEP Fabrizio Starace nella sua introduzione ai lavori del XIII Congresso SIEP 2023.
Salute e sicurezza sociale nell'intersezione tra sistemi di salute mentale, giudiziario e penitenziario.
La moderna garanzia dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni socio-sanitarie passa sia attraverso le responsabilità istituzionali degli enti pubblici preposti (Stato e Regioni) sia dal contributo e dall’impegno degli Enti del Terzo settore. Un contributo di Alceste Santuari.
L'obiettivo di questo lavoro è comprendere e analizzare le difficoltà di giovani psichiatri al loro primo impatto con il lavoro nei Servizi di Salute Mentale. L’indagine nasce dalle riflessioni di un piccolo gruppo di lavoro, in seguito mediato da interviste ad altri medici dei Servizi di Salute Mentale del Piemonte.
Un commento del dottor Mauro Pallagrosi al documentario sul percorso di cura di sei pazienti ospiti di due Comunità Terapeutiche del DSM ASL Roma 1.
Il quotidiano inglese The Guardian ha segnalato all’opinione pubblica il fatto che in Gran Bretagna oltre 3.500 pazienti con disturbi mentali sono collocati nelle cosiddette “Rehabilitation Units”, sono in realtà reparti chiusi di stile custodialistico ad alta restrittività (ovvero, il personale controlla tutti gli accessi, il reparto ha una “camera di compensazione” e un perimetro esterno vigilato, ecc.), con tempi di degenza obbligatoria anche molto prolungati.