Con la LR 16 ottobre 2019, n. 17, la Regione Sicilia imprime un’accelerazione alla realizzazione di Progetti Terapeutici Individualizzati (PIT) sostenuti da Budget di Salute (BdS). La norma, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione il 16 ottobre u.s., prevede che “Ogni Azienda Sanitaria Provinciale è tenuta a destinare almeno lo 0,2% delle somme poste in entrata del proprio bilancio annuale al finanziamento di Progetti Terapeutici Individualizzati (PIT) di presa in carico comunitaria, formando la dotazione finanziaria del Budget di Salute” come definito dal capitolo 8.1 del documento piano delle azioni e dei servizi sociosanitari e del sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni socio-sanitarie approvato con decreto dell’Assessore regionale per la Salute e dell’Assessore regionale per la Famiglia, le Politiche Sociali e il Lavoro del 31 luglio 2017, conformemente agli obiettivi di cui all’art. 26 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017”.

La metodologia del Budget di Salute pone l’enfasi sulla coprogettazione, cogestione e cofinanziamento, nonché sulla valutazione dei processi e progetti da allestire e realizzare tra soggetti pubblici e privati: a) evitando l’instaurarsi di meccanismi di delega dell’uno all’altro; b) ponendo attenzione a processi ed esiti e non all’accreditamento di strutture; c) promovendo l’associazionismo e la cooperazione diffusa quale garanzia contro l’accentramento monopolistico e autoriproduttivo del privato sociale. I progetti individualizzati sono rivolti a utenti con disabilità sociale conseguente a malattie psico-organiche o a marginalità socio-ambientale; nella loro applicazione più ampia essi interessano quattro aree, corrispondenti ai principali determinanti di salute (formazione e lavoro; casa e habitat sociale; affettività e socialità; espressività e apprendimento) e prevedono in genere 3 livelli di intensità progettuale (alta, media e bassa). Essi sono cogestiti dal servizio pubblico (ASL/Comuni) e da soggetti del privato sociale.

Obiettivo prioritario è la trasformazione delle attuali rette corrisposte per l’assistenza in strutture residenziali o semiresidenziali in progetti individuali sostenuti attraverso Budget di Salute, mediante specifico atto contrattuale per ogni utente. Il ruolo del partner privato non è di gestire strutture, più o meno protette, ma di fornire occasioni di apprendimento/espressività, formazione/lavoro, casa/habitat sociale e socialità/affettività opportune per la cogestione di Progetti Terapeutico Riabilitativi Individualizzati. Al centro del sistema vi è quindi la persona, con un nome e un volto unico e irripetibile, portatrice di un valore, e non una struttura e un’organizzazione (anche se non profit).

La funzione principale dell’azione pubblica è individuata nell’incrementare l’autonomia dei soggetti, secondo principi di equità, solidarietà, partecipazione e sussidiarietà. La metodologia adottata favorisce l’utente anche nel lungo periodo, sostenendo forme di privato sociale che promuovano l’inserimento nelle compagini sociali dei destinatari dei servizi in veste di soci fruitori, come strategia di (ri)attribuzione di poteri e diritti ai soggetti deboli. Si tratta, in sostanza, di evitare che qualcuno (un’organizzazione) faccia qualcosa su o per qualcun altro (i fruitori) a fronte di un vantaggio economico (il bene), ma di ottenere che qualcuno faccia qualcosa con qualcun altro (il legame), attraverso l’utilizzo di contenuti economici e della mediazione oggettuale.