Michele Tansella aveva compiuto i primi passi nel mondo internazionale della ricerca all’Istituto di Psichiatria di Londra negli anni ’70; è lì che si creò un rapporto di grande stima ed ammirazione con Michael Shepherd, che egli considerava il suo ‘maestro’. Sin da allora Michele ha sempre avuto una grande considerazione per l’intero mondo della psichiatria inglese, di cui apprezzava il rigore e l’inclinazione a valutare in maniera critica qualsiasi asserzione o cambiamento, ben prima di dichiararne il successo o la trasferibilità!

Nell’ambito di questo rapporto speciale che lo legava al mondo anglosassone, un ruolo speciale lo rivestiva il ‘British Journal of Psychiatry’, altrimenti noto come ‘the yellow journal’, dal colore della copertina. Il BJP era considerato da Michele un esempio di rigore e di autorevolezza, e certamente era anche a questa rivista che egli si ispirò nel progettare e dirigere EPS. Eppure anche i rapporti con ‘the yellow journal’ conobbero delle asprezze: in particolare, quando Michele sottopose al BJP quella che può essere considerata la prima analisi quantitativa, e non puramente ‘impressionistica’, della riforma italiana1, e l’articolo fu respinto con motivazioni che Michele considerava pretestuose, egli scrisse una dura lettera all’allora Direttore della rivista inglese, nella quale dichiarava che non avrebbe più inviato articoli al BJP sino a quando quest’ultimo fosse rimasto al timone della rivista stessa!

La situazione, con il cambiare delle cose, si risolse, e nel corso degli anni Michele ha pubblicato, da solo o con numerosi collaboratori, molti articoli sul ‘the yellow journal’: per questo motivo egli sarebbe particolarmente soddisfatto nel vedere il prestigioso riconoscimento fatto da questa rivista alla sua persona ed al suo lavoro con la pubblicazione, come primo articolo nel numero di giugno 2017, di un editoriale firmato da Graham Thornicroft, con cui Michele ha collaborato da vicino per due decenni. Graham ne redige un ricordo lusinghiero ed affettuoso: e va sottolineato che è pressoché eccezionale che il BJP pubblichi un editoriale in onore di uno psichiatra non inglese scomparso: Michele, con la sobrietà che lo caratterizzava, ne sarebbe stato fiero.

E’ giusto quindi che questo articolo appaia sul sito della SIEP, società di cui Michele era socio fondatore e da lui presieduta per molti anni. Anche per l’intera comunità della psichiatria italiana questo è un importante riconoscimento, che dovrebbe impegnare tutti a seguire il solco dell’azione intrapresa da Michele nei lunghi anni del suo lavoro.

L’articolo è qui liberamente scaricabile, con il permesso del Royal College of Psychiatrists.

 

1Tansella, M., De Salvia, D., & Williams, P. (1987). The Italian psychiatric reform: some quantitative evidence. Social Psychiatry, 22, 220–224.