di Fabrizio Starace e Flavia Baccari

Il 26 giugno u.s. sono stati finalmente pubblicati i dati del Sistema Informativo Salute Mentale attesi dall’inizio dell’anno. In questo articolo una sintesi ad uso di quanti non hanno il tempo di leggere ed interpretare le 189 pagine del Rapporto ministeriale ma vogliono sapere in che direzione sta andando il Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia e su quali aspetti è più urgente intervenire.

Il Sistema di Cura

Le strutture
Le strutture territoriali (CSM) sono poco più di 1.300, in aumento rispetto al 2015 (1.114). Questo incremento è dovuto al triplicarsi delle strutture in Veneto (da 99 a 294), verosimilmente dovuto a una
migliore registrazione dei dati.
I posti letto ospedalieri di degenza ordinaria sono 5.136 e si attestano sullo standard di 1 x 10.000 abitanti adulti.
I posti letto residenziali sono 26.310, in lieve aumento. In rapporto alla popolazione adulta ciò corrisponde a 5,2/10.000 abitanti adulti, ben al di sopra di quanto indicato nel P.O. Tutela Salute Mentale 1998-2000.
I posti letto semiresidenziali sono circa 15.000.

Il personale
Il personale dipendente presenta nel 2017 una riduzione significativa rispetto all’anno precedente: i taglimaggiori sono in Toscana e Lazio (mancano quelli della Calabria). Per il Molise si registra un incremento anomalo (da circa 17 operatori x 100.000 nel 2016 a 97,7 x 100.000 nel 2017). La riduzione riguarda tutte le figure professionali: oltre 500 medici in meno, 100 psicologi in meno, 1.000 infermieri in meno, 50 assistenti sociali in meno.
Nel rapporto 2017 sono stati pubblicati anche i dati relativi al personale delle strutture sanitarie convenzionate: 11.807 professionisti rispetto ai 28.692 di tutto il comparto pubblico.

La spesa
Dal 2015 al 2017 è aumentata di più di 200 milioni di euro, arrivando a circa 4 miliardi di euro con un pro-capite di 78 euro. Questo incremento è dovuto per circa 60 milioni all’aumento dei costi dell’assistenza residenziale.

Le persone assistite
Le persone in contatto con i DSM in Italia sono circa 860.000 (80.000 in più rispetto al 2015). L’incremento è dovuto sia al fatto che rispetto al 2015 oggi disponiamo anche dei dati di Valle D’Aosta e Sardegna, sia all’incremento del numero di soggetti in contatto nella maggior parte delle Regioni. L’incremento maggiore si è registrato in Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Puglia e Toscana.
Il tasso di prevalenza x 100.000 abitanti adulti presenta un incremento nel triennio (da 1.594 nel 2015 a 1.694 nel 2017, ossia 1,7% della popolazione adulta con regioni che superano il 2%). Tende a decrescere il tasso di incidenza (da 729 nel 2015 a 663 nel 2017), ossia dei nuovi casi in contatto con i servizi.
Le persone con diagnosi di schizofrenia aumentano da 150.000 a 180.000, mentre i nuovi casi di schizofrenia presentano un incremento di circa 10.000 unità (da 30.000 a 39.000).
Le diagnosi di depressione, disturbi bipolari e di schizofrenia rappresentano oltre la metà dei casi seguiti.
Tra i nuovi casi, diminuisce la percentuale di casi con diagnosi non psichiatrica.

Le attività

Territoriali
Le prestazioni erogate a livello territoriale passano da 10 milioni del 2015 a circa 11 milioni e mezzo. In particolare, si riscontra un incremento nelle Regioni Veneto (da 200 mila a 1 milione tra il 2015 e il 2016) e FVG (da 450 a 800 mila tra il 2015 e il 2016).
Le categorie diagnostiche che ricevono il numero maggiore di prestazioni sono schizofrenia e altre psicosi funzionali (40,5% delle prestazioni totali nel 2017) e depressione (15% delle prestazioni totali nel 2017).
Le prestazioni a casa del paziente rappresentano solo l’8% del totale.
Le prestazioni erogate dal medico si attestano attorno al 30% del totale e quelle erogate dall’infermiere attorno al 40%.
La percentuale di soggetti in contatto coi servizi territoriali nelle 2 settimane successive alle dimissioni ospedaliere si riduce ulteriormente al 36,3%.

Residenziali e semi-residenziali
Il numero di soggetti presenti annualmente c/o strutture residenziali presenta un significativo aumento: da 29.733 nel 2015 a 32.515 nel 2017) in particolare le SRP1- struttura residenziale psichiatrica per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo – che passano da 2.899 nel 2015 a 7.976 nel 2017.
La metà dei soggetti trattati in queste strutture presenta diagnosi di schizofrenia e altre psicosi funzionali.
Aumentano: le giornate di degenza totali (da 7.510.206 gg nel 2015 a 11.549.682 gg nel 2017), la durata media di degenza (da 756,4 gg nel 2015 a 815,8 gg nel 2017) e le nuove ammissioni (da 15.732 nel 2015 a 17.036 nel 2017).
L’assistenza semiresidenziale registra un decremento di oltre 100.000 presenze.

Ospedaliere
Diminuiscono di poco i ricoveri in reparti psichiatrici, mantenendosi comunque a circa 110.000 per anno.
Una riduzione più significativa si registra per i ricoveri con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici che passano da 51.406 a 46.713.
Anche per i TSO si riscontra un trend in decrescita: da 8.289 nel 2015, a 7.963 nel 2016 a 7.608 nel 2017.
Scende al 13,9% il numero di ricoveri ripetuti entro 30 giorni (dal 17,1% del 2015).
Gli accessi in PS con diagnosi psichiatrica passano a 592.226 in lieve incremento sia assoluto (+12.000 rispetto al 2015) che in % rispetto al totale degli accessi in PS: da 2% a 2,8%. Le sindromi nevrotiche rappresentano la prima causa di accesso. Il 13% degli accessi esita in ricovero.

I farmaci
I soggetti ai quali vengono prescritti antidepressivi rimangono sostanzialmente stabili a 126 x 1.000 abitanti adulti. I soggetti ai quali vengono prescritti antipsicotici aumentano notevolmente: sono 40 x 1.000 (erano 23 nel 2015). In generale, si riscontra un forte incremento del tasso di trattamento in distribuzione diretta con antipsicotici. In particolare, il Lazio passa da 23,7 nel 2016 a 114 nel 2017.

In conclusione
Crediamo che per evitare il rischio che l’attenzione si diluisca nella enorme mole di dati, la riflessione e le
conseguenti scelte politico-gestionali vadano rivolte ad alcune informazioni-chiave:

  1. continua il depauperamento del capitale umano dei Servizi (oltre 500 medici in meno, 100 psicologi in meno, 1.000 infermieri in meno), a fronte di un incremento della domanda di assistenza (80.000 persone in più rispetto al 2015).
  2. Le prestazioni territoriali aumentano, da 10 milioni del 2015 a circa 11 milioni e mezzo nel 2017,  ma solo l’8% di queste è effettuato a domicilio delle persone assistite.
  3. È ancora insoddisfacente il rapporto ospedale-territorio, come dimostra l’ulteriore riduzione (solo 1 su 3) delle persone in contatto coi servizi territoriali nelle 2 settimane successive alle dimissioni ospedaliere.
  4. Aumentano del 50% le giornate di degenza in assistenza residenziale e la durata media di degenza, che supera gli 800 giorni, a confermare i timori di istituzionalizzazione latente.
  5. Aumentano notevolmente i soggetti ai quali vengono prescritti antipsicotici, che quasi raddoppiano dal 2015 al 2017, passando da 23 a 40 x 1.000.

Fonte
Miriam Di Cesare, Teresa Di Fiandra, Lidia Di Minco, Liliana La Sala, Natalia Magliocchetti, Morgan Romanelli, Elisabetta Santori.
Rapporto salute mentale Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) Anno 2017. Ministero della Salute