Nel 2018, è stata pubblicata una revisione della letteratura (Gooding P, McSherry B, Roper C, Grey F.) sulle alternative alla coercizione in salute mentale, prodotta su incarico dell’Ufficio delle Nazioni Unite – Ginevra, relativamente ai diritti delle persone con disabilità.

Nell’introduzione a questa revisione della letteratura si sottolinea come solo pochi significativi lavori – in prevalenza al di fuori della letteratura accademica – abbiano coinvolto come partecipanti attivi alla ricerca persone con esperienza di problematiche di salute mentale. Inoltre la prevalenza degli studi sono relativi a Stati Uniti, Inghilterra, Paesi Bassi e Nord Europa, con una rappresentatività molto inferiore dei paesi a basso e medio reddito. I temi più rappresentati nei diversi studi sono:

  • il valore delle pratiche orientate alla recovery e della “trauma-informed care”;
  • le leggi per ridurre le pratiche coercitive;
  • le iniziative condotte da “pari”, dalla famiglia o dai social network;
  • le strategie per risolvere le situazioni di crisi;
  • le disposizioni anticipate per migliorare la risposta nelle situazioni di crisi;
  • l’utilizzo di “advocacy”;
  • le pratiche di “shared decision-making”;
  • le messa in atto di strategie alternative con riduzione dei farmaci o in assenza di farmaci;
  • il supporto culturalmente appropriato;
  • la leadership (sia “top-down” che a livello locale), essenziale per creare e mantenere strategie capaci di ridurre e prevenire le pratiche coercitive.

Il documento “Alternatives to Coercion in Mental Health Settings: A Literature Review” è scaricabile al link:
https://socialequity.unimelb.edu.au/news/latest/alternatives-to-coercion