La frequenza dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) in Italia, se pure bassa rispetto ad altri paesi, costituisce un evento sentinella, per il quale è importante definire possibili fattori di rischio e fattori di protezione. Inoltre, in termini più generali oltre al trattamento sanitario obbligatorio, costituiscono fattore di criticità una vasta gamma di pratiche coercitive, quali la pressione implicita o esplicita ad accettare determinati trattamenti, la contenzione, l’isolamento o la preclusione di alcune specifiche libertà individuali.
Ulteriore criticità è costituita oggi dalla crescente richiesta di interventi in situazioni di emergenza comportamentale, dove piuttosto che determinanti psicopatologiche, si ravvisano disturbi legati all’uso di sostanze, problematiche di sicurezza, condizioni sociali difficili o marginalità, con marcato impatto sui profili di responsabilità professionale (Biondi e Picardi 2018).

Uno studio di qualche anno fa (de Girolamo e coll. 2008) che ha condotto una stima molto affidabile dei trattamenti sanitari obbligatori in Italia, ha rilevato nel 2001 un tasso annuale di 2,4 per 10.000 abitanti. Le ultime edizioni del Rapporto Salute Mentale che riportano i dati relativi ai flussi del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM), mostrano una leggera tendenza al ribasso, e l’edizione 2021 del Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute (2021) che riporta i dati relativi ai flussi SISM del 2019, evidenzia un tasso annuale pari a 1,3 per 10.000 abitanti, con sensibili variazioni tra le regioni (da 0,4 a 3). Tale riduzione è però verosimilmente una sottostima legata all’utilizzo delle SDO come fonti di dati, come è stata segnalato più volte nelle riunioni del Tavolo Tecnico Salute Mentale.

Riteniamo che vi siano ulteriori spazi per ridurre il numero di TSO, anche considerando la marcata variabilità tra regioni evidenziata dal Rapporto Salute Mentale, con tassi per 10.000 abitanti che differiscono di 7-8 volte tra le regioni che effettuano più TSO e quelle che ne effettuano di meno.

Riferimenti bibliografici

  1. Biondi M. Picardi A. I nuovi “casi difficili” in psichiatria. Editoriale Riv Psichiatr 2018; 53(5): 223-232
  2. De Girolamo G, Rucci P, Gaddini A, Picardi A, Santone G. Compulsory admissions in italy: results of a national survey. International Journal of Mental Health 2008;37:48–61
  3. Ministero della Salute Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM). Anno 2019. Marzo 2021. https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3081