A cura di Antonio Maone

Severe mental illness in the UK: a crisis of compassion
Un editoriale di The Lancet sul numero di febbraio 2024 sferra un duro attacco all’attuale stato del sistema di salute mentale inglese1. I fronti sono più d’uno. Intanto si prende atto del perdurare della pervasiva discriminazione sociale nei confronti delle persone con disturbi mentali (rincalzata di fatto anche dalla legislazione vigente in materia, in particolare dal Mental Health Act del 2007) e della demonizzazione con cui esse vengono tutt’ora rappresentate al pubblico dai media. Questa situazione crea un clima che tende a legittimare il ricorso a trattamenti coercitivi eccessivi e soprattutto “inefficaci”, viste le abbondanti evidenze che non dimostrano alcuna riduzione delle riammissioni e del numero complessivo di ricoveri tale da giustificare la significativa restrizione della libertà dei pazienti.
Per di più, a fronte di oltre 50.000 persone (appartenenti soprattutto a gruppi etnici minoritari) detenute nel 2022 per effetto dell’Act, il governo britannico ha deciso l’anno scorso di accantonare una proposta di riforma legislativa.
Le raccomandazioni dell’OMS circa gli approcci centrati sulla persona e basati sui diritti – prosegue l’editoriale – “sono impossibili con risorse fortemente limitate. Gli investimenti da soli, senza una strategia guidata dall’evidenza sono inutili. (…) Attualmente un milione e ottocentomila persone attendono di ricevere un trattamento, e la cronica carenza di letti spinge il Servizio Sanitario Nazionale a spendere due miliardi di sterline all’anno per strutture private che riportano margini di profitto fino al 20%. Gli operatori fronteggiano il mandato demoralizzante di aiutare coloro per i quali essi non hanno né tempo né capacità. (…) I pazienti spesso affrontano un percorso assistenziale solitario e sconnesso, privo di relazioni empatiche durature. È un sistema che incentiva l’indifferenza. (…)” L’editoriale conclude con l’auspicio che l’approssimarsi delle elezioni generali nel Regno Unito offra la possibilità di chiedere al governo di fare la sua parte.

Commissioning framework for mental health inpatient services

In un precedente post su questo sito, avevamo messo a fuoco uno dei sintomi più significativi e allarmanti di questa crisi, cioè l’esistenza di strutture riabilitative private di tipo chiaramente custodialistico che obbediscono prevalentemente a logiche di profitto (si tratta di quel settore su cui converge la spesa di due miliardi di sterline l’anno), a scapito del mandato dichiarato. Proprio in contemporanea con l’editoriale di The Lancet, il Servizio Sanitario Nazionale inglese ha emanato indicazioni2 dirette a questo sistema parallelo di provider a cui è demandata di fatto la gestione a lungo termine di casi di psicosi complesse e gravi disturbi di personalità, con l’intento di riformarlo sia in termini strutturali che qualitativi. Il documento sembra quindi prendere atto in modo definitivo di quanto da anni viene segnalato con preoccupazione da diverse agenzie di controllo della qualità dell’assistenza socio-sanitaria, nonché da movimenti di opinione.

NOTE
1 Severe mental illness in the UK: a crisis of compassion. The Lancet 2024; 403: 587
2 Commissioning framework for mental health inpatient services: NHS England