In una lettera pubblicata sulla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica ricercatori italiani portano all’attenzione della comunità scientifica internazionale il valore della valutazione degli esiti in psichiatria.
All’inizio del secolo scorso Ernest A. Codman, un chirurgo di Boston, antesignano, ipotizzò che i medici non solo dovessero misurare il loro operato in ospedale, ma anche monitorare i risultati del loro lavoro nel tempo. È ormai passato alla storia quanto Codman venne aspramente criticato dai colleghi del Massachusetts General Hospital quando propose che i dati relativi alle prestazioni mediche ospedaliere erogate fossero resi pubblici.
“Mi deridono per aver detto pubblicamente che gli ospedali, per migliorare, dovrebbero cominciare a misurare le prestazioni erogate, analizzare i risultati ottenuti, confrontarli con quelli di ospedali più virtuosi, promuovendo la pubblicizzazione sia degli loro successi che dei loro insuccessi. Sono sicuro che queste pratiche diventeranno molto diffuse negli anni a venire”.
Dopo più di un secolo il pensiero di Codman continua ad essere di attualità e a suscitare grande interesse. Misurare le prestazioni sanitarie rappresenta oggi il punto di partenza per migliorare la qualità dei servizi offerti dal sistema sanitario. In questa direzione si è molto battuta negli ultimi anni la Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica – SIEP – sviluppando, analizzando e diffondendo strumenti per la valutazione degli esiti in psichiatria.
È proprio la centralità della valutazione degli esiti a supporto della ricerca, della pratica e delle politiche sanitarie della nostra disciplina il tema di approfondimento della lettera di Acta in cui Andrea Amerio, i colleghi del gruppo di ricerca di Mario Amore, ordinario di psichiatria dell’Università di Genova, e Fabrizio Starace, presidente SIEP e componente del Consiglio Superiore di Sanità, analizzano criticamente le principali esperienze di lavoro in tal senso, sia in ambito nazionale che internazionale.
L’unicità del sistema di cura per la Salute Mentale in Italia rende difficoltosa l’applicazione di strumenti di valutazione adottati in altri ambiti della medicina, sia in ambito ospedaliero che territoriale. Tuttavia, la recente introduzione del Sistema Informativo Salute Mentale e l’aggiornamento del Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) dovrebbero consentire, a livello nazionale, la conduzione di valutazioni comparative di efficacia, equità, sicurezza e appropriatezza delle cure prodotte nell’ambito dei dipartimenti di salute mentale; nonché, auspicabilmente, l’individuazione delle specificità dei processi assistenziali che determinano gli esiti a disposizione delle Regioni, delle aziende e dei professionisti per il miglioramento continuo dei servizi psichiatrici.