Il progetto QUADIM (QUAlità dei servizi per la cura dei DIsturbi Mentali gravi) finanziato dal Ministero della Salute attraverso i programmi del Centro Controllo Malattie (CCM), è stato realizzato in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia (relativamente alla provincia di Palermo), con la collaborazione del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università Bicocca, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e del CERGAS dell’Università Bocconi.
Il Progetto, utilizzando i dati tratti dai sistemi informativi sanitari si proponeva di:

  1. valutare la qualità dei percorsi di cura erogati ai pazienti con disturbo mentale grave (disturbi schizofrenici, affettivi e di personalità) in contatto con i DSM delle quattro Regioni;
  2. misurare la gravità dei pazienti in trattamento, ponendola in relazione con la qualità erogata e con i costi.

Recentemente sono stati pubblicati alcuni lavori derivanti dall’analisi dei risultati del progetto.

Lo studio di Corrao e coll. comprendeva una coorte di 12.054 nuovi utenti residenti in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio and provincia di Palermo, presi in carico per disturbo schizofrenico tra gennaio 2015 e giugno 2016. La metodica utilizzata è stata quella del “self-controlled case series” per stimare il tasso di incidenza delle recidive in relazione alla copertura sanitaria in salute mentale.
Gli autori hanno osservato che nel primo anno di presa in carico, l’82% dei pazienti non avevano ancora effettuato trattamenti psicosociali e il 33% non aveva ancora ricevuto un trattamento con farmaci antipsicotici. Inoltre, in termini di continuità del trattamento, nei primi due anni dall’inizio del trattamento specifico, solo il 27% dei pazienti proseguivano gli interventi psicosociali e solo il 23% proseguivano la terapia farmacologica antipsicotica.
Infine, il trattamento con farmaci antipsicotici da solo si associava ad una riduzione dei tassi di ricaduta del 24%; il trattamento psicosociale da solo, si associava ad una riduzione del tasso di ricaduta del 28%; l’intervento psicosociale ed i farmaci antipsicotici assieme, si associavano ad una riduzione del tasso di ricaduta del 44%.

Nel lavoro di Lora e coll. sono stati definiti indicatori di qualità, considerando le indicazioni ministeriali per il trattamento dei disturbi mentali gravi, le linee guida dell’American Psychiatric Association e del National Institute for Clinical Excellence. Gli indicatori sono stati quindi valutati utilizzando i database sanitari contenenti dati su trattamenti, ricoveri ospedalieri, interventi ambulatoriali, test di laboratorio e prescrizioni farmacologiche.
Sono stati studiati 70.586 utenti già in carico alla data indice e 1.752 nuovi utenti; per la maggior parte di essi la qualità della cura risultava accessibile e moderatamente intensiva, ma solo metà dei pazienti ricevevano trattamenti psicosociali e solo un paziente su dieci aveva accesso a trattamenti psicologici e psicoeducazione. Inoltre le attività specificatamente rivolte alle famiglie erano presenti solo per un terzo dei pazienti già in carico e per meno della metà dei nuovi utenti. Il ricovero in SPDC risultava più frequente nei nuovi utenti. Due terzi dei pazienti risultavano presi in carico con continuità sul territorio, condizione che risultava però spesso non essere presente per i nuovi utenti.
La maggior parte dei pazienti ricevevano trattamenti antipsicotici, però con scarsa aderenza nel lungo termine, frequente politerapia antipsicotica e scarso controllo degli effetti collaterali metabolici.
La variabilità regionale risultava elevata in tutti i domini considerati.

In un successivo studio, Corrao e coll. hanno rilevato che il rischio di recidiva nei nuovi utenti era ridotto in relazione a:

  1. psicoterapia per i pazienti con depressione e disturbo bipolare);
  2. interventi psicosociali per i pazienti con depressione, schizofrenia e disturbo bipolare;
  3. farmacoterapia per i pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare.

Altri interventi generici (tra cui visite psichiatriche, incontri con un professionista, supporto, incontri con i familiari, consultazioni) in assenza di trattamenti psicosociali o psicoterapeutici, non modificavano il rischio di recidiva.

Altri articoli sono attualmente sottoposti a riviste o in preparazione. Essi riguardano i temi della qualità dei percorsi di cura per le persone con diagnosi di disturbo bipolare, disturbo di personalità e depressione; la descrizione degli utenti dei servizi per mezzo del Mental Health Clustering Tool, potenzialmente in grado di predire il consumo di risorse necessario per il singolo utente, e la prefigurazione di sistemi di finanziamento basati sulla media di consumo di risorse per le diverse tipologie di pazienti.

Bibliografia