Il prossimo webinar SIEP si terrà il 18 aprile 2023 dalle 16 alle 18, sul tema “La qualità della cura in salute mentale”. Antonio Lora presenterà i risultati del progetto QUADIM (QUAlità della cura nei DIsturbi Mentali), finanziato dal Ministero della Salute, e ne discuterà con Alessio Saponaro (Emilia-Romagna), Angelo Barbato (Lombardia), Francesco Amaddeo (Veneto). Il Webinar è riservato ai soci SIEP in regola con l’iscrizione 2023; il numero di collegamenti è limitato per cui si pregano gli interessati di comunicare la propria partecipazione alla mail: segreteriasiep@gmail.com inserendo nell’oggetto: ISCRIZIONE WEBINAR SIEP 18.4.23

Spesso il dibattito sulla situazione dei servizi di salute mentale italiani si è concentrato sulla carenza di risorse sia in termini di strutture che di personale. E tuttavia, una domanda essenziale per gli utenti, i familiari e la popolazione in generale è rimasta ancora senza risposta: a quasi 45 anni dalla riforma psichiatrica, quale è il livello di qualità nella cura erogata oggi nei servizi italiani?

Il progetto QUADIM, finanziato dal Ministero della Salute, ha valutato la qualità della cura erogata a circa 220.000 pazienti con disturbo mentale grave che presentavano disturbi schizofrenici, bipolari, depressivi e di personalità. Il progetto ha interessato tutti i pazienti in carico nel 2015 ai DSM di tre Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio) e di una Provincia (quella di Palermo). Gli indicatori che hanno valutato la qualità sono stati costruiti a partire dalle Raccomandazioni approvate in Conferenza Stato-Regioni ed utilizzando le banche dati correnti.

I risultati hanno confermato che in Italia la qualità della cura non è assicurata in modo omogeneo e che vale la “lotteria del codice postale”, ossia che essa è influenzata prima di tutto dalle strutture a cui il paziente si rivolge: le ampie differenze geografiche non seguono solo un gradiente geografico nord – sud, ma sono presenti anche all’interno della stessa Regione.

Restringendo l’analisi alla cura delle persone con disturbo schizofrenico (Lora A. et al. 2022), essi ricevono 13 interventi in media all’anno, con importanti variazioni tra le diverse Regioni (si passa da 9 a 18). Poco più di un terzo dei familiari riceve in un anno almeno un intervento specificatamente diretto a loro con una media di appena 1,5 interventi l’anno e solo un paziente su venti riceve un intervento di psico-educazione. Anche la sicurezza dei trattamenti è un problema: solo un paziente su quattro in trattamento con farmaci antipsicotici riceve i controlli ematici della glicemia, dei trigliceridi e del colesterolo necessari per valutare il rischio di un quadro dismetabolico indotto dai farmaci antipsicotici.

La continuità della cura tra ospedale e territorio dopo un ricovero è un tema caro ai familiari che vedono talvolta il loro congiunto rimanere senza un contatto certo con il Centro di Salute Mentale alla dimissione dal SPDC. Le evidenze in questa aerea sono positive per il sistema Italia: circa due terzi dei pazienti con disturbo schizofrenico hanno avuto un contatto entro due settimane dalla dimissione, anche se questa percentuale varia in modo importante tra le Regioni (dal 48% al 74%). Così pure la continuità della cura nei CSM con contatti regolari nel tempo (almeno uno ogni 90 giorni in un anno) è assicurata a circa due terzi dei pazienti, con variazioni importanti tra le Regioni (si passa da meno della metà dei pazienti che ricevono contatti regolari a più di tre quarti).

Complessivamente gli interventi psicosociali (da quelli rivolti alle famiglie, agli interventi riabilitativi, alle psicoterapie, alla psico-educazione, al supporto a scuola e lavoro) interessano oggi solo un paziente su due. Questa difficoltà di accesso dei pazienti ai trattamenti psicosociali è particolarmente grave, in quanto il progetto QUADIM ha mostrato come la continuità in questo tipo di interventi insieme con l’aderenza agli specifici trattamenti farmacologici sia in grado di ridurre sensibilmente (-40%) il rischio di ricaduta nei disturbi schizofrenici e bipolari (Corrao G. et al. 2021 e 2022).

In ultimo, le persone giovani e nella prima età adulta con disturbo schizofrenico che sono entrati per la prima volta in contatto con i servizi. Essi dovrebbero rappresentare una priorità per i servizi, ma in termini di qualità della cura questo è vero? E’ positivo che presentino una maggiore intensità di cura, con una minore variabilità tra Regioni, rispetto ai pazienti che invece sono in cura da più anni. Sono presenti anche aspetti critici, come l’assenza di valutazioni strutturate all’inizio del trattamento, una minore continuità della cura all’interno dei CSM o un’attenzione minore alla sorveglianza degli effetti collaterali dei farmaci e al rischio di disturbo metabolico.

Le organizzazioni sanitarie hanno un dovere di accountability, cioè di documentare ciò che si è fatto a fronte delle risorse allocate. L’accountability delle strutture sanitarie è già una realtà per la salute fisica. La qualità erogata dagli ospedali viene periodicamente valutata da AGENAS con il Programma Nazionale Esiti che pubblica gli indicatori relativi alla qualità della cura nei singoli reparti, ad esempio per l’ortopedia il tempo che passa tra l’arrivo in Pronto Soccorso di un paziente con una frattura del collo del femore e l’operazione chirurgica necessaria.

Perché questo non accade in salute mentale? Fino a qualche anno fa si sarebbe potuto rispondere che non c’erano dati sufficienti per valutare la qualità, oggi il progetto QUADIM mostra che questi dati sono disponibili, come pure la metodologia per incrociare tra loro le banche dati sanitarie e creare indicatori complessi. Si tratta ora di esigere che le Regioni, titolari dei dati sull’assistenza sanitaria, abbiano maggiore attenzione alla qualità della cura in salute mentale, ad esempio adottando gli strumenti informatici messi a disposizione senza alcun onere dal progetto QUADIM per calcolare questi indicatori.

Riferimenti bibliografici

  • Lora A et al (2022). The quality of mental health care delivered to patients with schizophrenia and related disorders in the Italian mental health system. The QUADIM project: a multi-regional Italian investigation based on healthcare utilisation databases. Epidemiology and Psychiatric Sciences 31, e15, 1–12. https://doi.org/10.1017/S2045796022000014
  • Corrao G et al. (2022). From contact coverage to effective coverage of community care for patients with severe mental disorders: A real-world investigation from Italy. Frontiers in Psychiatry 13:1014193. http://doi.org/10.3389/fpsyt.2022.1014193
  • Corrao G et al. (2021). Does the mental health system provide effective coverage to people with schizophrenic disorder? A self‑controlled case series study in Italy. Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology 57:519–529. https://doi.org/10.1007/s00127-021-02114-9