È stata pubblicata pochi giorni fa la Guida della World Health Organization (WHO) sui servizi di salute mentale di comunità, rivolta agli approcci basati sui diritti che promuovono la centralità della persona. Nella presentazione del volume vengono sottolineate alcune azioni necessarie.
- A livello nazionale contesti legali e linee di condotta per l’implementazione di servizi di salute mentali che rispettino i diritti umani.
- Impegno politico e conseguente aumento delle risorse economiche per lo sviluppo e l’implementazione di servizi di salute mentale territoriali che rispettino i diritti umani.
- Servizi di salute mentale territoriali che:
- Non utilizzino pratiche coercitive come l’isolamento e la contenzione;
- Non accettino nessuna forma di abuso fisico, verbale, psicologico o sessuale;
- Rispettino le scelte e le decisioni delle persone relativamente alla propria forma di trattamento, assistenza e sostegno;
- Forniscano in maniera diretta o facilitino l’accesso all’abitazione, all’istruzione, alle opportunità professionali e supportino le relazioni familiari.
- Inserimento dei principi base e delle specificità dei servizi di salute mentale territoriali che rispettino i diritti umani all’interno dei curricula di studio accademici delle discipline attinenti.
- Formazione e supervisione continua allo staff coinvolto nell’assistenza delle persone con disturbo di salute mentale.
- Raccolta dati sia a livello nazionale che a livello del singolo servizio sugli outcomes dei programmi terapeutici forniti dai servizi di salute mentale territoriali basati sui diritti.
- Aumento dei fondi per la ricerca sui servizi di salute mentale territoriali basati sui diritti.
- Coinvolgimento di associazioni di persone con disturbo di salute mentale e disabilità psicosociale quali consulenti per lo sviluppo di politiche, pianificazione, normative dei servizi.
- Collaborazione con i media per la comunicazione responsabile dei temi correlati alla salute mentale per prevenire stereotipi e discriminazione.
