Girolamo Digilio – UNASAM
“Aderisco all’appello, ringrazio i promotori e mi auguro che possa suscitare un sussulto in grado di mettere in moto un processo di inversione delle politiche e delle pratiche.
Personalmente di fronte alla estrema gravità della situazione sarei portato però ad esprimermi in maniera un po’ più radicale e, anche se assai doloroso, più rispondente allo stato dei servizi di salute mentale nel nostro Paese:
Non direi, per esempio, 2stanno determinando effetti devastanti…”, ma 2hanno determinato effetti devastanti sulla qualità dei servizi”. Oppure “la risposta dei SSM sta assumendo caratteristiche sempre più riduttive”, ma 2ha assunto caratteristiche del tutto riduttive”.
Rincarerei inoltre la dose aggiungendo che, salvo alcune eccezioni, i CSM sono ormai ridotti a meri dispensari di psicofarmaci e che la vera offerta “assistenziale” dei DSM è rappresentata dalla istituzionalizzazione dei pazienti presso strutture chiuse 24 h di varia tipologia, dai SPDC alle Case di cura private, alle cosiddette strutture “residenziali” e “Comunità terapeutico-riabilitative”.
La mancata o insufficiente presa in carico per la riabilitazione e l’inclusione sociale e lavorativa da parte dei servizi di comunità è oggi, vergognosamente, la principale causa di disabilità di tante persone che, come sappiamo, potrebbero o avrebbero potuto recuperare soddisfacenti livelli di autonomia e una buona qualità di vita se sottoposte a programmi di riabilitazione i cui risultati sono stati ormai largamente convalidati nel corso degli anni. È questa una responsabilità che grava non solo sul personale politico e amministrativo, ma anche su quanti, come noi, sono in qualche modo coinvolti nella vicenda del disagio psichico e della sofferenza mentale.
Purtroppo non si tratta più di un “processo di strisciante sottodimensionamento”, ma con lo strisciante processo è stata ormai subdolamente realizzata quella controriforma che non si era riusciti a far passare attraverso le tante proposte di modifica della legge 180/78.
Che l’appello sia seguito da una rinnovata, forte mobilitazione.”