[Qui è possibile leggere la lettera di Lora in risposta all’intervento di Rossi sulla Contenzione, ndr]
Antonio Lora condivide con me due passioni. Quella per i numeri e quella per chi da i numeri. Siamo entrambi convinti che l’epidemiologia e l’approccio sociale possano influenzare l’efficacia della presa in cura delle persone con problemi di salute mentale.
Lo ringrazio per quanto condivide del mio intervento, per esempio la proposta di un sistema di sorveglianza nazionale obbligatorio delle contenzioni meccaniche in psichiatria. Ad esclusione di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia che già lo fanno, l’istituzione di tale sistema obbligherà tutte le regioni, a sorvegliare l’andamento di questo evento avverso.
Se è vero che il monitoraggio di per sé riduce la dimensione del fenomeno è altrettanto vero che la sua eliminazione passa da una articolata e mirata politica sanitaria.
Sono, infatti, molteplici i fattori che lo determinano : mancato coinvolgimento degli utilizzatori nel progetto di cura; carenze quantitative e formative degli operatori; struttura aggressiva degli edifici ed organizzazione non accogliente degli spazi; richieste istituzionali e sociali di svolgere funzioni di custodia piuttosto che di cura.
Per questo la maggior parte delle Regioni non vuole “vedere” le contenzioni. Monitorarle obbligherebbe ad agire.
Tuttavia non tutte le politiche si rivelano efficaci. Per saperlo è necessario valutarle in relazione al loro esito.
Il Friuli Venezia Giulia ha azzerato le contenzioni. L’Emilia Romagna ha interi territori in cui sono azzerate (Modena, Ravenna, la bassa bolognese) e le persone sottoposte a contenzione meccanica nel 2019 sono state poco più di cento.
La Lombardia, secondo i dati presentati da Lora nel convegno di Milano da lui citato, nel primo semestre del 2019 vede sottoposte a contenzione meccanica il 12,7% delle persone ricoverate in SPDC. Nel 2009 la percentuale rilevata, sempre da Lora, era praticamente la stessa (12,83%) e nel 2015 era addirittura del 10,15% pari a 1549 persone. Ciò significa che in Lombardia nel 2019 le probabilità di essere contenuti non sono diminuite e che più di 1500 lombardi sono stati sottoposti a contenzione meccanica, con danni, anche mortali, alla propria salute. Tra questi 1500 vi era Elena Casetto ricoverata nel SPDC di Bergamo dove è morta bruciata mentre era contenuta e chiusa nella sua stanza. Era il 13 agosto 2019.
Evidentemente qualcosa non ha funzionato.
Lora ricorda che ai Direttori Generali è stato dato l’obiettivo “ridurre le contenzioni”. In realtà l’obiettivo era il seguente : “la completezza e l’accuratezza della rilevazione (delle contenzioni meccaniche) costituiscono elemento di valutazione dei Direttori Generali” [1].
Siamo ben lontani da una politica di benchmarking che:
- parta dal monitoraggio
- identifichi lo standard (costituito dai servizi a contenzione zero presenti in Lombardia : Mantova da trentanni e Melegnano da un anno)
- ponga ai Direttori Generali l’obiettivo “contenzioni zero”
- li penalizzi tanto più quanto maggiore sarà lo scarto dallo standard.
In Lombardia ci sono 50 SPDC. In alcuni le contenzioni sono molte, in altri poche. Sono convinto che una politica di benchmarking come questa porterebbe in un paio d’anni ad azzerare le contenzioni in almeno 15-20 SPDC. Una massa critica più che sufficiente a portare tutto il sistema regionale verso l’azzeramento delle contenzioni. È quello che si è fatto in Friuli Venezia Giulia ed in Emilia Romagna.
Note
[1] La completezza e la accuratezza della rilevazione costituiscono elemento di valutazione dei Direttori Generali. (fonte Oggetto DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLA GESTIONE DEL SERVIZIO SOCIOSANITARIO PER L’ESERCIZIO 2019 – (DI CONCERTO CON GLI ASSESSORI CAPARINI, PIANI E BOLOGNINI) DELIBERAZIONE N° XI / 1046 Seduta del 17/12/2018