Vengono presentati i risultati del progetto di ricerca “L’inserimento lavorativo di soggetti con disagio psichiatrico – valutazione degli esiti, misurazione d’impatto, proposte organizzative per un modello riabilitativo innovativo”, finanziato dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni. Il progetto è stato realizzato in un partenariato che vedeva coinvolti la Cooperativa Sociale Panta Rei di Bussolengo (VR), il Centro Studi Socialis di Brescia e il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Sezione di Psichiatria dell’Università di Verona.
All’interno del partenariato, la cooperativa Panta Rei, che si occupa di inserimento lavorativo di persone con disagio psichiatrico, si è prestata come “case study” per le attività di ricerca. La cooperativa fa parte delle 39 cooperative sociali di tipo B attive nel territorio di Verona e provincia ed è specializzata sul tema dello svantaggio psichiatrico.
I SERVIZI DI PANTA REI
L’inserimento lavorativo rappresenta la specificità di Panta Rei, che, come impresa sociale si colloca all’interno del mercato con servizi principalmente in ambito turistico (un ristorante – casa per ferie, una lavanderia, servizi di piccola manutenzione del verde e delle pulizie) competitivi per qualità ed efficienza. Il 56 % dei ricavi proviene da fonti private ovvero dal mercato e solo il 43% da fonti pubbliche. Nel corso degli ultimi 5 anni la cooperativa ha incrementato il proprio fatturato commerciale del 90% con una conseguente crescita dei salari per i soci lavoratori svantaggiati. Nonostante questo la dimensione sociale dell’impresa è centrale: i lavoratori sono per il 70% svantaggiati (a fronte della legge che chiede che siano il 30%).
Il modello di lavoro della cooperativa si basa su alcuni principi fondamentali, che guidano l’agire di Panta Rei, come esplicitato nel Bilancio sociale della cooperativa
1. Il concetto di recovery: è legato all’abbandono del «ruolo» di paziente psichiatrico e alla conseguente riappropriazione del senso di persona/cittadino. Il soggetto contrasta così l’autostigma e mette a frutto le proprie abilità.
2. L’epoché: la sospensione del giudizio, che si declina nel “mettere tra parentesi la malattia mentale”.
3. Il fare bene, assieme: sperimentare la relazione del fare insieme, «collega-collega», «socio-socio». Nel lavoro, nel fare, si crea un terreno comune, una relazione paritaria, una comunicazione reciproca. Socio operatore e socio lavoratore svantaggiato accorciano così le distanze.
4. Il ruolo della diagnosi: in tutti i settori della Cooperativa i soci svantaggiati hanno diagnosi importanti, ma la focalizzazione sulla persona, sulle capacità anzicchè sui deficit, e sulla motivazione, ha consentito a tutti di inserirsi con soddisfazione nei vari settori produttivi.
5. Ridefinizione soggetto-lavoro: si concretizza in un contratto personalizzato. Il lavoro viene pensato come un “abito sartoriale” a misura del lavoratore svantaggiato.
6. Un lavoro vero: qualunque sia l’attività svolta dal socio lavoratore nei vari settori della Cooperativa, c’è sempre la massima attenzione a che egli sia consapevole e partecipe dell’intero processo produttivo, in modo che possa sempre vedere il prodotto finale del proprio lavoro traendone senso e soddisfazione.
LA RICERCA
Lo studio si compone di tre parti:
- L’analisi clinica [2] è stata condotta dal Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Sezione di Psichiatria dell’Università di Verona, impiegando diversi strumenti di ricerca per rilevare eventuali differenze tra i lavoratori con patologie psichiatriche inseriti nella cooperativa Panta Rei e un gruppo di persone ospiti di strutture psichiatriche (gruppo di controllo).
- L’analisi socio-economica [3] è stata condotta dal Centro Studi Socialis di Brescia, che ha analizzato l’impatto dell’inserimento lavorativo sui budget della pubblica amministrazione tramite il metodo Valoris.
- È stata inoltre condotta un’indagine sul benessere socio-economico dei lavoratori attualmente inseriti in cooperativa.
1. ANALISI CLINICA
Il Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Sezione di Psichiatria dell’Università di Verona ha realizzato uno studio sull’impatto clinico dell’inserimento lavorativo. Lo scopo di questo studio è quello di descrivere le persone con Disturbi Mentali Gravi (DMG) impiegate in progetti di riabilitazione attuati dalla Cooperativa Sociale Panta Rei attraverso l’attività lavorativa, e di indagare se tali persone presentino migliori risultati (esiti/outcome) rispetto a persone con DMG non impiegate nella Cooperativa Sociale Panta Rei e senza lavoro. Gli outcome sono valutati in termini di funzionamento globale e psicosociale, psicopatologia, bisogni di cura, obiettivi riabilitativi, qualità della vita e soddisfazione nei confronti dei servizi psichiatrici. L’ipotesi è che le persone con DMG impiegate in Panta Rei anche in una attività lavorativa responsabilizzante e competitiva presentino, nel complesso, esiti migliori.
Lo studio descrittivo trasversale ha esaminato un campione di 33 persone con DMG impiegate in attività lavorativa presso la Cooperativa Panta Rei, confrontandolo con un campione di controllo di persone con DMG ospiti di strutture residenziali protette, non occupate in attività lavorative.
I dati del campione di controllo sono stati estratti dal database di un precedente studio, lo studio VALERE-REC.
I risultati
Dai risultati pare poter evincere che i pazienti “lavoratori” del Gruppo “Panta Rei” funzionano meglio rispetto al Gruppo di Controllo nelle specifiche attività che riguardano il normale svolgimento delle attività quotidiane (cura della casa, cura di sé, gestione del denaro), e, per questo motivo, nel complesso richiedono meno interventi in quelle sfere di sviluppo dell’autonomia. Questi dati dovranno essere ulteriormente verificati per quanto riguarda l’analisi comparativa più fine delle caratteristiche psicopatologiche e relative al funzionamento.
Nell’ambito della sfera sociale, è interessante notare come i pazienti del Gruppo “Panta Rei” presentino un migliore funzionamento sociale e, correlato a ciò, minori bisogni in questo campo. Si può ipotizzare che i pazienti del Gruppo “Panta Rei”, vengano messi nella condizione di sviluppare reti sociali più sviluppate, abbiano quindi maggiori possibilità di avere almeno un amico intimo e/o un partner. In effetti il modello della Cooperativa Sociale Panta Rei, tramite il lavoro, punta all’inclusione sociale e allo sviluppo del senso di appartenenza nei confronti della propria comunità, e nei propri progetti lavorativi presenta una modalità di approccio olistico al paziente, andando a considerarne tutte le specificità e peculiarità oltre la diagnosi di malattia.
Il ruolo di lavoratore restituito alla persona con DMG da Panta Rei pare abbia non solo un impatto positivo sulla psicopatologia, ma anche sulla qualità della vita percepita e sulla soddisfazione generale, a parità di condizione di occupazione/ disoccupazione/ pensione.
Inoltre, gli utenti coinvolti nei progetti di Panta Rei risultano avere anche una maggior soddisfazione e articolazione della propria sfera sociale, sulla quale lo staff della Cooperativa, perseguendo la propria vision, concentra effettivamente molte più energie e, conseguentemente, un numero maggiore di interventi.
Allo stesso modo, come viene dichiarato dalla vision di Panta Rei ed evinto anche dai risultati, il mondo nel quale gli utenti si confrontano quotidianamente in Cooperativa risulta essere aderente a quello reale, ovvero fatto non solo delle correlate sfide e difficoltà, ma anche di riconoscimenti e meritocrazia, che vengono restituiti al paziente assieme alla sua dignità di essere umano, al di là del processo di stigmatizzazione ed “etichettamento” di persona con DMG.
Panta Rei pone al centro la persona, valorizzandone le abilità e le qualità, non legando più la sua identità solamente alla malattia, ma alla sua soggettività come persona e cittadino. Tuttavia tale modalità deve essere accompagnata da parte dello staff della Cooperativa al riconoscimento delle potenziali difficoltà della persona portatrice di disabilità psichiatrica e implica un enorme sforzo nell’adattare mansioni, giornate e orari di lavoro alle necessità del singolo individuo, che possono mutare in maniera rapida a causa del cambiamento del quadro psicopatologico.
Infine, nel complesso, emerge come lo staff di Panta Rei, pur essendo focalizzato sulla sua mission, ovvero i progetti di re-inserimento lavorativo di persone con disabilità psichiatrica, abbia una visione olistica del paziente, considerandolo nella globalità dei suoi bisogni e delle sue necessità, e anche le competenze utili per affrontare la complessità psicopatologica che caratterizza le persone con DMG.
Conclusioni
Dai risultati ottenuti nel nostro studio si evince come nel complesso il metodo messo a punto dalla Cooperativa Sociale Panta Rei persegua effettivamente la propria mission e vision, ispirandosi ai principi proposti dalla Cooperativa.
La cooperativa propone un approccio olistico lavorando col l’utente su tutte le competenze necessarie per poter vivere una vita adulta soddisfacente. I risultati preliminari suggeriscono un impatto positivo su funzionamento globale e psicopatologia, determinando nelle persone con DMG migliore qualità della vita percepita, maggior soddisfazione generale a parità di condizione di occupazione/disoccupazione/pensione e maggior soddisfazione e articolazione della propria sfera sociale.
Secondo le analisi svolte “il mondo di Panta Rei” tende ad aderire a quello reale caratterizzandosi per meritocrazia e assenza di stigma con lo sforzo continuo da parte dello staff nell’adattare mansioni, giornate e orari di lavoro alle necessità del singolo individuo, il che pare un ingrediente fondamentale per incrementare l’autonomia e l’autostima.
Alla luce di quanto illustrato, si può concludere che dallo studio sinora condotto sono emerse promettenti analisi preliminari. Tuttavia, le limitazioni dello studio legate alla scarsa numerosità del campione degli utenti impiegati nei percorsi lavorativi della Cooperativa Sociale Panta Rei, ai recall bias e al disegno di studio di tipo trasversale, che fornisce solo una “fotografia” della situazione, rendono difficile comprendere se alcune delle differenze evidenziate nei due gruppi di persone con DMG comparati siano univocamente attribuibili agli interventi riabilitativi mirati al lavoro di Panta Rei.
Per tale motivo, sarebbe auspicabile approfondire lo studio facendo ulteriori indagini, e, in particolare, ampliandolo con un disegno di tipo longitudinale al fine di confrontare l’andamento degli esiti e di verificare i nessi di tipo predittivo e di causalità fra l’inserimento lavorativo in Cooperativa e i risultati riportati.
2. ANALISI ECONOMICA
Il Centro Studi Socialis ha aggiunto all’analisi clinica dell’Università di Verona, un’analisi di tipo economico, effettuata tramite l’applicazione del metodo Valoris, metodo di analisi costi-benefici ideato da Socialis14 per calcolare l’impatto dell’inserimento lavorativo sui budget della pubblica amministrazione a livello locale, regionale e nazionale.
L’analisi degli effetti economici della cooperazione sociale di tipo B sui budget pubblici è condotta tramite il metodo di valutazione costi-benefici chiamato “VALORIS”. I costi e i benefici sono quelli derivanti dalla presenza di una cooperativa sociale di tipo B che inserisce soggetti svantaggiati al lavoro, e fanno riferimento alle relazioni che la cooperativa intrattiene con lo stakeholder Pubblica Amministrazione, considerato nei livelli territoriali in cui è ripartito: comunale, provinciale, regionale e statale.
I benefici che le cooperative sociali di tipo B creano per i budget pubblici sono:
- Imposte sui redditi versate da parte dei lavoratori svantaggiati;
- IVA prodotta dai lavoratori svantaggiati;
- Spese pubbliche evitate grazie al miglioramento delle condizioni dei soggetti inseriti: servizi sociali e sanitari, reddito minimo da garantire, pensione d’invalidità, etc.
I costi per i budget pubblici sono:
- Esenzioni fiscali per le cooperative sociali;
- Contributi pubblici garantiti alle cooperative sociali per il reinserimento delle persone al lavoro;
- Costo per la Pubblica Amministrazione e per la società di un soggetto svantaggiato disoccupato, stimato tramite il calcolo basato sul reddito minimo che lo Stato dovrebbe garantirgli per vivere.
L’applicazione del metodo VALORIS al biennio 2017-2018 non solo ha evidenziato risultati positivi in termini di valore creato per la Pubblica Amministrazione tramite inserimento lavorativo, ma anche un incremento di tale valore da un’annualità all’altra. L’aumento di valore è pari a € 54.923,87: si è passati da € 60.921,69 creati nel 2017 a ben € 115.845,56 generati nel 2018.
Come precedentemente descritto VALORIS permette di effettuare calcoli ad personam. L’aumento di € 54.923,87 di valore creato per la P.A. è dovuto sia all’inserimento di 23 nuovi soggetti svantaggiati, sia all’incremento del valore medio generato da ciascun utente inserito. Mediamente, un utente inserito a lavoro da Panta Rei garantiva un valore di € 1.523,04 per la P.A. nel 2017, cresciuto sino a € 2.145,29 nel 2018.
Questi valori confermano come la Cooperativa Panta Rei abbia saputo valorizzare al meglio i contributi pubblici ricevuti dalla Aulss 9 di Verona, Regione Veneto, al fine di favorire l’inserimento di personale svantaggiato (€ 91.428,6 ricevuti nel 2017 e € 91.428,6 ricevuti nel 2018 da Regione Veneto), per produrre un valore che ha coperto e superato il costo pubblico di tale finanziamento.
3. ANALISI SUL BENESSERE SOCIO-ECONOMICO
Il Centro Studi Socialis ha condotto infine un’analisi sul benessere dei lavoratori, tramite la somministrazione di un questionario a 25 lavoratori con svantaggio inseriti in cooperativa nel corso del 2018, che mira a rilevare eventuali cambiamenti generati per i lavoratori dal momento dell’inizio del percorso di inserimento.
Questo studio integra in parte i dati emersi dall’analisi clinica traversale con delle domande di impatto
I principali risultati in termini di impatto evidenziano che se i lavoratori svantaggiati non fossero inseriti in cooperativa sarebbero alternativamente senza lavoro. La cooperativa di tipo B offre quindi un’opportunità importante alle persone con svantaggio ai fini dell’indipendenza economica e della crescita personale. La maggior parte degli intervistati dichiara che la propria principale fonte di reddito è il reddito da lavoro, senza il quale potrebbe raggiungere una piena autonomia. Migliorare la propria condizione economica permette di integrarsi meglio nella società e di migliorare la propria qualità della vita in generale. La possibilità di avere un lavoro riconosciuto e retribuito ha un’influenza positiva anche sull’autostima, la percezione di autorealizzazione ed autodeterminazione. La maggior parte degli intervistati mostra una buona percezione di sé come soggetto in grado di determinare il proprio destino e capace di autonomia nello svolgere il lavoro assegnato.
Concludendo, l’indagine evidenzia il valore sociale creato dalla cooperazione sociale, ovvero un miglioramento del benessere psico-fisico, legato alle relazioni sociali degli inseriti grazie al lavoro, al riconoscimento lavorativo ed economico e all’ambiente umano e professionale in cui gli stessi operano quotidianamente.
Per la lettura dei documenti completi di sintesi del progetto e per ascoltare la registrazione integrale del convegno si rimanda al sito della Cooperativa Panta Rei
Note
[1] Il bilancio sociale del 2019
[2] A. Martinelli, F. Bonora, D. Cristofalo, C. Bonetto, M. Ruggeri – Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Sezione di Psichiatria Università di Verona
Il lavoro competitivo di persone con disturbo mentale grave impiegate come soci nella gestione di una cooperativa: valutazione dei risultati, implementazione e sviluppo di modelli riabilitativi efficaci
[3] E. Chiaf – Socialis – Centro studi in Imprese Cooperative, Sociali ed Enti Non Profit
Il valore creato dall’inserimento lavorativo per i budget pubblici – il caso della cooperativa Panta Rei